Durante i primi di febbraio del 1944, i reparti della terza divisione fucilieri cominciarono a dare il cambio, lungo il Sangro, ai britannici nella sezione di montagna dell’ottava armata. Nella seconda metà di marzo la quinta divisione di fanteria “kresy” iniziò a dare il cambio alla divisione marocchina , allungando la fascia di operazione del corpo Polacco. In questi periodi le nostre zone e maggiormente monte S. Croce e M. Curvale furono costantemente presidiate dai soldati. La fascia del fronte Italiano del 1944 dal Tirreno all’Adriatico (Gaeta-Ortona) comprendeva anche le nostre montagne. I soldati Tedeschi, poi gli Inglesi ed i Polacchi marciarono faticosamente i sentieri delle nostre montagne , allora impraticabili, per prendere alla sprovvista le rispettive postazioni nemiche. Testimonianza delle azioni belliche sono le varie trincee scavate sui pendii delle due montagne.
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Il Corpo Italiano di Liberazione impegnato anche a “Monte Curvale e Monte Santa Croce” di Cerro al Volturno
Foto trincee
Il Raggruppamento Motorizzato Italiano fu costituito il 28 settembre del 1943 nella città di Brindisi e il 14 novembre fu posto alle dipendenze del II C.A. USA. Il Raggruppamento fu poi trasferito a Colli al Volturno, da dove il comando riusciva a tenere sotto controllo tutta l’alta valle del Volturno. Era l’inizio del mese di febbraio e precisamente il giorno otto, quando dei reparti si schierarono su tutta la zona del Volturno. Dopo un breve e incisivo perlustra mento di tutta la zona, il 31 marzo del 1944 incominciarono le azioni per occupare Monte Marrone, dove i tedeschi avevano fatto il loro punto di riferimento per i collegamenti con Monte Cassino e Monte Lungo. La battaglia fu aspra e faticosa. Il territorio era ancora tipico invernale, pieno di insidie, la neve raggiungeva i due metri e più, ma dopo numerosi assalti il 10 aprile, il corpo riuscì a occupare la montagna. Dopo l’occupazione di Monte Marrone il raggruppamento passa alle dipendenze del comando Britannico e occupa il distaccamento di Monte Curvale e monte Santa Croce. Vuoi raccontare anche tu una storia vissuta durante la prima o seconda Guerra mondiale! Scrivi a : . Se hai testimonianze di fatti accaduti durante questi periodi che rientrano nei limiti consentite dal sito, portali a conoscenza del modo web, sarai un protagonista della storia.
La sede degli alleati a San Vittorino di Cerro al Volturno (IS)
foto San Vittorino 1960
Alcune testimonianze del paese nel ricordare quegli anni tristi e bui del 1944, raccontano che i soldati alleati, appena arrivati a San Vittorino, trovarono posto in uno scantinato, ben fortificato dalle grosse mura, dove rimasero per tutto il tempo che servì a mantenere le postazioni di monte Curvale e monte Santa Croce. (vedi foto).
In questa sede erano dislocate circa una ventina di soldati e serviva da spola per portare, quotidianamente, i viveri e le armi ai soldati, in postazione a Monte Santa Croce e monte Curvale. Dalle due postazioni si riusciva a tenere sotto controllo gran parte del territorio dei paesi limitrofi al comune di Cerro al Volturno.Da, monte Santa Croce si poteva controllare tutta l’alta valle del Volturno, mentre da monte Curvale (1260), oltre a poter vedere le azioni militari di monte Marrone, era possibile tenere sotto controllo tutta la zona di Montenero Valcocchiara (IS), Scontrone (AQ) , Alfedena (AQ), Castel di Sangro(AQ), le montagne di Roccaraso (AQ) e di poter comunicare via radio, senza grossi problemi, con le postazioni sulla Maiella.
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Un giovane padre salva suo figlio prima di essere deportato in Germania
Fatto accaduto nel 1944 a San Vittorino
Il racconto di Giovanni
Foto Giuseppe
Un signore racconta una sua avventura vissuto durante l’ultima guerra mondiale, a San Vittorino e ci dice che nel 1944 mentre si ritirava a casa dai campi incrocia in via Coste un soldato Tedeschi che stava facendo il giro di ispezione in quella zona. Il soldato lo affianca e lo prende per un braccio, gli punta il fucile in segno di minaccia e comincia a fischiare con la bocca per richiamare all’attenzione un suo commilitone che si era fermato nella piazzetta “Gelsi” (r_cievz) . Questo signore di nome Giovanni intuisce immediatamente il pericolo e avendo saputo che i soldati tedeschi stavano rastrellando giovani e uomini maturi per deportarli in Germania , strattona il soldato e lo manda in un vicino fosso , adibito in quei tempi per la raccolta delle immondizie , e scappa via verso la montagna di Santa Croce. ll militare ripresosi dal colpo ricevuto, senza essere ferito,gesticolando con le mani cerca di chiedere ad un vicino ,Bernardo, che aveva assistito alla scena , notizie del signore (Giovanni) . Bernardo fa segno con le mani di non conoscerlo. Il soldato Tedesco ,nel frattempo viene raggiunto dal suo collega e non avendo avuto risposte esaurienti da Bernardo inseguono Giovanni che, conoscendo la zona, già si era allontanato di molto. Il malcapitato Giovanni dopo una lunga corsa raggiunge “Preta _pzzuto” località di Monte Santa Croce e qui incontra il figlio Giuseppe ed un amico di Giuseppe che avevano avuto la stessa idea , quella cioè di fuggire in campagna per non essere fatti prigionieri dai Tedeschi . Giovanni , per paura di essere riconosciuto, insieme con il figlio e il ragazzo trascorrono molti giorni fuori di casa, e solo di notte si recano nelle abitazioni per rifornirsi dei viveri.
PRIMAVERA DELL’ANNO 1943 . UN PASTORE CERRESE UCCISO DAI TEDESCHI
Durante il periodo di guerra del 1943 si poteva morire anche non partecipando alla guerra e non andando al fronte. Purtroppo è proprio così, una delle tante testimonianze l’abbiamo avuta a Foci frazione di Cerro al Volturno in provincia di Isernia.